mercoledì 27 agosto 2025

“Il Silenzio Tra il Rogo e il Volo”

“Il Silenzio Tra il Rogo e il Volo” E capirai, un giorno, che la fine non ha mai avuto l’ultima parola, ma solo un accento muto, una pausa necessaria tra ciò che eri e ciò che stai scegliendo di diventare. Perché rinascere non è solo sopravvivere al dolore, è dargli un nome, guardarlo negli occhi e invitarlo a sedersi accanto a te, senza lasciargli il potere di guidare. Ogni crepa che temi di mostrare è in realtà un varco sottile da cui filtra la luce nuova. Le ferite non chiedono vergogna, chiedono ascolto. E quando penserai di esserti smarrita, sarà lì, tra le braci del dubbio, che troverai il tuo cammino non verso una versione perfetta di te, ma verso quella imperfetta che non ha più paura di esserci. Rinascere è un atto sovversivo: è scegliere la vita quando sarebbe più facile restare cenere, è danzare scalza sui propri resti e ridere, mentre il mondo si chiede come tu faccia ancora a profumare di primavera dopo tutti quei fuochi. Perché la fenice non ha bisogno di essere capita. Le basta ardere. E ricordarsi, ogni volta, che il cielo non ha memoria delle cadute. Solo del volo. Di Raffaella Frese

mercoledì 20 agosto 2025

Ci sono anime che non gridano la verità

Ci sono anime che non gridano la verità, la respirano. Camminano, danzano, volteggiano nel silenzio come alberi antichi, radicati nell’invisibile, tenendo insieme il cielo e la terra mentre tutto intorno vacilla. Non chiedono di essere viste, ma il mondo tiene la sua forma perché esistono. Sono quelle che parlano con gli occhi, che sanno aspettare senza fretta, che raccolgono frammenti di luce dove altri vedono solo ombra. Non hanno bisogno di parole per dire l’essenziale. Sono il respiro tra due tempeste, la fessura da cui entra la luce quando tutto sembra chiuso. Si piegano, ma non si spezzano. Custodiscono il dolore come una preghiera segreta, e trasformano ogni ferita in giardino. Non cercano l’approvazione, perché conoscono la voce dell’essere. E quando il mondo trema, sono loro a restare ferme, silenziose, con lo sguardo rivolto all’eterno. Sono le anime che reggono il tempo. Di Raffaella Frese

Nel tempo sospeso della rinascita

Nel tempo sospeso della rinascita “Ci sono giorni in cui l’anima si spoglia del passato come un albero d’autunno, e resta nuda solo per accogliere la luce di un nuovo inizio. Nel tempo sospeso della rinascita non c’è assenza, ma la presenza silenziosa di ciò che ancora può nascere. È il confine invisibile tra ciò che eravamo e ciò che possiamo diventare. Non urla, non reclama, non pretende: aspetta. È la quiete dopo il naufragio, l’attimo in cui il cuore, pur tremando, decide di non smettere di battere. Nel tempo sospeso della rinascita non servono mappe né promesse. Si cammina scalzi, ma vivi. Si portano cicatrici, ma anche mani pronte a seminare ancora. Perché ogni fine che ci spezza è anche un seme che ci prepara a fiorire altrove. E allora benedetto sia il giorno in cui tutto sembra finito: è lì che la vita, con discrezione, ci tende di nuovo la mano.” Di Raffaella Frese

“La pelle dell’anima”

“La pelle dell’anima” Non fu la forza a salvarla, ma il coraggio quieto di smettere di fingere. Nel silenzio in cui cadde la maschera, nacque la sua voce: fragile, imperfetta, ma finalmente sua. Non brillava più per farsi vedere, non sorrideva per farsi amare. Camminava piano, con passi di verità, lasciando che anche il dolore avesse un nome, che anche la stanchezza avesse un volto. Era stanca di essere simbolo, voleva essere sostanza. Non una proiezione da applaudire, ma una presenza da accogliere, con le sue domande senza risposta e le sue notti senza stelle. Cominciò a dire “No”, e in quel “No” fiorì una nuova primavera: non fatta di approvazione, ma di radici. Radici nella terra di sé stessa, dove nessuno guardava, dove finalmente, senza pubblico, stava iniziando a rinascere. Non le serviva più essere compresa da tutti, le bastava non tradirsi più. Perché il miracolo più grande non fu che il mondo la vedesse davvero, ma che lei, guardandosi allo specchio, riconobbe, con dolce stupore, di essere ancora viva. Di Raffaella Frese

Mi accorgo

“Mi accorgo che il tempo non cura, ma scolpisce. Non lenisce le ferite, le trasforma in forme nuove; spigoli dove un tempo c’erano carezze, eco dove c’era presenza. E nel mentre cammino, con l’anima piena di stanze chiuse a chiave e una nostalgia che non ha nome, solo peso.” Di Raffaella Frese

“Non ancora caduta”

“Non ancora caduta” Ci sono attimi della notte in cui non è il corpo a vegliare, ma l’anima che rifiuta il sonno, come se temesse di smettere di sentire. Un silenzio troppo vivo mi abita, mi parla con la voce muta di ciò che non ho avuto il coraggio di vivere. Ascolto i battiti impercettibili delle possibilità sfiorate, il passo lieve dei rimpianti che tornano non per punire, ma per farsi riconoscere. E dentro me, in un confine che nessuna mappa disegna, si apre un vuoto sacro, tra ciò che sono stata e ciò che avrei potuto diventare. Resto lì, come una foglia consapevole dell’autunno, non più ancorata al ramo, ma non ancora pronta a lasciarsi andare. Forse è questo, il vero tempo dell’anima: quel punto sospeso in cui il passato pesa troppo per restare, e il futuro è ancora troppo fragile per esistere. Di Raffaella Frese

“Tracce leggere”

“Tracce leggere” Dopotutto amo, sapendo che tutto passa, ma che l’anima resta dove ha imparato a tremare. Scelgo ogni giorno di restare tenera, anche quando il mondo mi spinge a indurirmi. Non voglio vincere, voglio capire. Non voglio trattenere, voglio custodire. E se un giorno dovrò andare, lo farò in silenzio, lasciando il profumo di ciò che è stato vero, di ciò che ho dato senza paura, di ciò che ero, senza chiedere niente in cambio, tranne forse… che qualcuno, da qualche parte, abbia imparato ad amare un po’ di più grazie a me. Di Raffaella Frese

Non mi fido delle ideee che

“Non mi fido delle ideee che non hanno camminato scalze nella realtà: ho imparato che la verità non abita nei pensieri sospesi, ma nei graffi che lascia ciò che si può toccare, vedere, misurare. È nei dettagli del mondo che la mente si inchina all’evidenza. Ciò che non si lascia osservare, resta idea: elegante, ma evanescente. È il mondo che mi interroga con i suoi frammenti tangibili, e ogni volta che raccolgo un’ombra, un suono, una fenditura nel silenzio, capisco che pensare non basta. Bisogna ascoltare il reale con la pelle, finché anche il dubbio si fa carne.” Di Raffaella Frese

sabato 9 agosto 2025

Se mi chiedi chi sono

Se mi chiedi chi sono, non ti parlerò di nomi o confini, ma di tempeste attraversate a piedi nudi, di fuochi accesi con le ultime scintille del cuore. Sono ciò che resta dopo l'urlo, ciò che resiste dopo la frattura. Non cerco gloria nè pietà, ma verità, cruda e luminosa, che si posa come cenere sulle mie spalle e mi incorona senza rumore. Sono figlia del tempo che non ha avuto fretta, donna fatta di crepe e di rinascita, anima antica che non chiede salvezza, ma cammina, e dove passa, fiorisce. E nel mio passo c'è la memoria di tutte le donne che hanno taciuto, che hanno atteso, che hanno amato senza ritorno e scelto di non spegnersi. Sono la somma delle rinunce e dei fuochi mai spenti, la risposta gentile dopo mille guerre interiori. Non temo più il buio: l'ho chiamato per nome, l'ho abbracciato fino a farlo luce. Ogni mia parola ora pesa come rito, ogni mio silenzio custodisce una preghiera antica. Non sono più la ferita: sono la mano che l'ha guarita. E se la vita mi dovesse ancora piegare, Lo accetterei senza esitare, perché; Sarà solo per insegnarmi come rinascere altre cento volte anche in ginocchio per poi rialzarmi e continuare il mio passo, più vera, più intera, più mia, più padrona del mio destino. Di Raffaella Frese