venerdì 8 ottobre 2010

LEZIONI PER LA VITA



Vi sono persone che senza i loro difetti mai avrebbero fatto conoscere le loro buone qualità – Death
                          
Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo – Anonimo
                         
                             Chi moltissimo ha, di moltissimo ha bisogno - Severini Boezio

                          La carità è il solo tesoro che si aumenta col dividerlo – Anonimo
                                                        
                Niente è più pericoloso di un’idea quando è l’unica che si ha – Emile Charter
                     
                Ascolto e dimentico. Vedo e ricordo. Faccio e capisco – Proverbio cinese
                                                             
                

                                                      

 Perché mai l’uomo si spaventa della morte anziché della vita? – J. Tannery
                                                        
 E’ più semplice apparire degni della posizione che non si ricopre anziché dell’incarico che si ha  - La Roche foucauld
                                                       
La vita è come una cipolla: togli i vari strati, e alla fine scopri che non c’è niente – James Gibbos Huneker
                                                  
                      Vedere ciò che è giusto e non farlo è mancanza di coraggio – Confucio
                                                        
Nella prosperità i nostri amici ci conoscono; nelle avversità noi conosciamo i nostri amici – John D. Rockefeller
                                              
                                       La pazienza è l’arte di sperare – Luc de Vaurvenargues

Raffaella Frese

giovedì 7 ottobre 2010

LA SPERANZA....NELLANIMO DOGNI UOMO

La speranza è lo stato d'animo di chi è fiducioso negli avvenimenti futuri o già accaduti di cui non conosce i contorni precisi e le esatte possibilità di riuscita.

La speranza ha, perciò, come oggetto ciò che non si vede, ma che noi, tuttavia, come dice S. Paolo, “attendiamo con perseveranza” (Rm. 8, 25), sapendo dalla fede che esso procurerà una felicità immensa. La speranza teologale è un dono gratuito di Dio, un cammino gioioso, pur tra le inevitabili prove della vita, verso la luce e l’amore eterno. La speranza è talmente essenziale a noi cristiani, alla nostra identità specifica che, a differenza dei pagani di ogni tempo, possiamo essere definiti come coloro che “hanno speranza”.

S. Francesco: DICE “Iacta super Dominum curam tuam, et ipse te enutriet; non dabit in aeternum fluctuationem iusto” (Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno, mai permetterà che il giusto vacilli). Quindi la fiducia!!!
Poi la pazienza...  e il l coraggio E... quanto ce ne vuole per affrontare le battaglie della vita! però sempre Con la gioia nel cuore.
Come quello di un bambino che osservando una candela
rimane affascinato dal suo splendore
che illumina l'oscurità della vita....


           Non c'è speranza senza paura, né paura senza speranza. Carol Wojtyla



           come un fiore nei prati della armoniosa primavera....

Lascerò i miei occhi socchiusi


Lascerò i miei occhi socchiusi
mentre sorgerà il nulla nel tutto,
poiché in un sospiro di mio sorriso
attingerò, la fiaba della fiducia…
Lascerò i miei occhi accesi
pronti ed essere
il chiarore del sempre,
nella casa sfiduciata della terra del passato.
Lascerò germogliare dalla cenere
parole che avanzano a fatica
e impalpabile sbiadirò gli anni del nulla
tra i chiarori dei silenziosi tramonti.
Ricomincerò nel flusso degli eventi
la mia nuova giornata che ambisce a vita
che intrisa dal vento del mattino,
riuscirà, tra giochi di luce
a nascondere la mia malinconia.
Lascerò i miei occhi socchiusi,
mentre berrò dalla fonte
di una nuova primavera,
stringendo i ricordi di bambina felice
nella  porpora dell’infinità,
quando una voce timbrava il mio animo
rendendomi sicura, tra i labirinti del mondo.

 Frese Raffaella
..
La fata è una creatura leggendaria presente nelle fiabe o nei miti di origine principalmente italiana e francese, ma che trova comunque figure affini nelle mitologie dell'Europa dell'Est.
Nell'originale accezione dell'Europa meridionale (senza influenze celtiche) è totalmente sovrannaturale, cioè non ha nulla di umano se non l'aspetto. Il nome fata deriva dall'altro nome latino delle Parche, che è Fatae, ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino"). La fata è un essere etereo e magico, una sorta di spirito della Natura.

Una leggenda islandese, poi convertita in un racconto cristiano da parte dei monaci missionari, afferma che Eva era intenta a lavare i suoi figli, quando Dio le rivolse la parola; allora ella, impaurita, nascose i figli che ancora non aveva lavato. Quando Dio le chiese se tutti i suoi figli fossero presenti, Eva gli rispose di si e ciò provò la collera di Dio che dichiarò: "Come tu hai nascosto i tuoi figli alla mia vista, così essi rimarranno per sempre nascosti alla tua!"; tramite questo racconto si presume quindi che le fate un tempo fossero mortali puniti per colpa dei peccati di Eva.
Le fate sono tutte di sesso femminile ed hanno le sembianze di una donna non molto alta e molto gracile dalla pelle chiarissima, quasi perlacea. Il loro abbigliamento è quello tipico delle donne del XIV e XV secolo con il caratteristico Hennin (ovvero un lungo cappello conico o a tronco di cono) ed abiti variopinti. Ogni fata indossa un abito di un unico colore che rispecchia la sua personalità. Inoltre portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità (quasi ogni fata presenta infatti una parte del corpo bovina o caprina, come code, zoccoli ed alcune persino la testa) e cappelli lunghissimi per sembrare più alte.

Sono esseri che hanno come compito quello di vegliare sulle persone come angeli custodi, quindi di dispensare pregi e virtù tramite le loro Fatagioni (Basile) e di proteggere i bambini, vengono infatti definite "comari" (o madrine nella accezione moderna) e si prendono cura di un figlioccio che viene o affidato loro dai genitori stessi, o viene da loro prescelto.
Spesso le fate scelgono il proprio protetto sottoponendolo ad una prova di carità, solitamente tramutandosi in mendicanti bisognosi

mercoledì 6 ottobre 2010

Lungo il tempo di un respiro

     Lungo il tempo di un respiro,
i miei desideri…son sogni irraggiungibili
protesi verso il cielo del ricordo!
Come alberi si svestono
lungo il viale dell’autunno
non hanno libertà…ma percorrono
la lunga via dell’orgoglio.
Son come bambini in una valle dispersi,
urlano ad alta voce la loro paura;
la loro solitudine,
ma nel silenzio della vallata
nessuno ode il loro richiamo…
Lungo il tempo di un respiro
ombre m’appaiono
oltre il sentiero della speranza
nella gioia perduta
tra i giacigli scarlatti della mia solitudine…
…dove son foglia essiccata
che danza nel vento, in attesa della caduta
e sulla terra bruciata, di una quiete beata
attendo la venuta della nuova primavera.

Poesia scritta da Frese Raffaella